Sunday, July 29, 2007

Shitdisco "Kingdom Of Fear"


Traumatizzati dal film "La Febbre Del Sabato Sera", gli Shitdisco sono tra le bands più divertenti del pianeta. Senza prendersi mai sul serio, si cimentano nel riproporre gli aspetti più essenziali della disco music anni '70 trapiantandoli nel rock del nuovo millennio. Chi pare non aver compiuto salti generazionali sembrerebbe il cantante Joel Stone, un moderno Elvis sotto anfetamine che butta urletti e gorgheggi a go-go. Le premesse per un bel viaggio spazio-temporale ci sono tutte, quindi cosa aspettate, tuffatevi nel "regno della paura" di questi quattro scozzesi: lasciate ogni speranza o voi che entrate. VOTO: 6.

Thursday, July 26, 2007

A Day To Remember "For Those Who Have Heart"


Troppo hardcore per essere punk, troppo emo per essere metal, gli A Day To Remember sono l'ultima scoperta della Victory Records, che pare averli scovati all'uscita di una scuola media (guardate le foto contenute nel booklet e giudicate voi...). Tornando a discorsi meno anagrafici, questi cinque giovanotti ci propongono un ibrido di voci growl/clean, breakdown, doppio pedale a valanga e tempi mosh, un miscuglio che sa di già assaggiato. Cosa c'è di positivo in questo disco, vi starete chiedendo: innanzitutto l'ugola possente di Jeremy McKinnon, capace di stupire per la valenza degli acuti improvvisi, l'abituale produzione Victory, curata ed efficace, e, infine, la prospettiva futura in cui li vedo ben inquadrati, perché, parliamoci francamente, pezzi da alternative chart ce ne sono a bizzeffe. Se vi volete divertire a pogare contro il muro della vostra camera "For Those Who Have Heart" può fare al caso vostro, ma se, cari lettori, non avete il cuore (di marmo, aggiungo io...), meglio passare oltre. VOTO: 6.

Sounds Like Violence "With Blood On My Hands"


Situati nel pieno centro del limbo che delimita il confine tra l'indie rock e il punk (come è testimoniato dalla loro etichetta, la Burning Heart), gli svedesi Sounds Like Violence debuttano col botto, salendo agli onori come una delle realtà più spumeggianti di questo 2007, caldo solo in termini di temperature atmosferiche. Quando si spostano, anche di un minimo, verso lande più soleggiate, tanto cool in questo periodo, l'effeto si fa subito notare: "Were You Ever In Love With Me?" e "Changes" ne sono la più chiara manifestazione. E se la rinascita dell'emo fosse già iniziata? VOTO: 7.

Death From Above 1979 "You're A Woman, I'm A Machine"


Facciamo un passo indietro di 3 anni: era il 2004 quando uscì, dopo un EP apripista, il primo e purtroppo tutt'ora unico full leght dei Death From Above 1979. Travolgenti come una mandria di elefanti impazziti, nonostante superino di potenza i simpatici nove dell'Iowa, va detto che stiamo parlando di un duo e di come hanno stravolto la storia musicale. Privi dello strumento chiave chiamato chitarra, la batteria di Sebastien Grainger scandisce i groove tirati fuori dal basso rindondante di Jesse F. Keeler, purificando il tutto con la voce agrodolce dello stesso drummer, anzi, piantandoci, al massimo, qualche mood di synth qua e là. Le vostre orecchie gioiranno nell'udire queste 10 canzoni fluttuanti tra lo stoner e la new wave più primordiale. Non è mia intenzione segnalare "You're A Woman, I'm A Machine" come il disco migliore della sua annata, ma come un caposaldo da avere ad ogni costo. VOTO: 10.

The Fall Of Troy "Manipulator"


Il numero 10 rappresenta nel ranking delle votazioni il picco massimo, la perfezione, cosa che nell'arco di un anno si raggiunge si e no in tre occasioni; per questo motivo ho preso l'ardua decisione di non bruciarmi questa opzione con i The Fall Of Troy. Non vorrei che con questa premessa avessi tolto la voglia di dare un ascolto alla loro ultima fatica, "Manipulator", perchè se così fosse meriterei una bella bastonata sulle gengive. Per chi non li conoscesse, questo dinamico trio si muove come un cieco, a tentoni, in un labirinto governato dalle versioni malvage di Blood Brothers e The Mars Volta: istrionici, psicotici e maledettamente propensi a modellare la musica come se fosse argilla. Violenti o armoniosi, poco importa, la scelta ultima spetta solamente a loro, a noi, miseri mortali, il privilegio di godere appieno del concepimento finale. VOTO: 9.

The Pigeon Detectives "Wait For Me"


Infilati a forza nel marasma degli emergenti dell'indie, reputo i The Pigeon Detectives un'assolata isola illuminata dalla luce del punk dei Buzzcocks sorretti da melodie appiccicose come il miele. In dodici tracce, dal tocco abrasivamente retrò, non ho riscontrato neanche una sbavatura, l'attenzione è perennemente intrappolata nella ragnatela sonora tessuta sapientemente dai cinque di Leeds. "Wait For Me" rappresenta lo sforzo, più che riuscito, di riportare in auge un sound da tempo in stand by, impreziosendolo con raffinati spunti di palese attualità. VOTO: 7.

We're Always Here


Finalmente dopo parecchie settimane Emo-Co.Revenge torna ad occuparsi della cosa che più le compete, ovvero fare recensioni: ne troverete, a seguire, ben sei scaturite dal mio stress durante il turno di lavoro notturno...

Friday, July 06, 2007

Indie Rock Against Emocore



Non è mia abitudine sputare nel piatto dove mangio, ma in casi come questi bisogna arrendersi all'evidenza: quest'anno l'emocore non può reggere il confronto con le realtà dell'indie. Se i suoi fiori all'occhiello sono i fallimentari The Used andiamo freschi...Al massimo salvo "Holding A Wolf By The Ears" dei From Autumn To Ashes, anche se dopo lo split col singer Benjamin, mi suonano forzatamente metal. Un'attenuante a tutto questo può esserci: nel 2006 l'emocore ha dato moltissimo ai suoi affezionati, Alexisonfire, Taking Back Sunday & Co. hanno rinvigorito le foglie di questa pianta scialba, passando il testimone ai nomi minori che, come da previsione, stanno deludendo. Dall'altra parte della barricata troviamo gente come gli Editors, i The Bravery o i Maximo Park ("Our Earthly Pleasures" sempre più disco dell'anno), fautori di lavori concreti e, alle volte, geniali. Sono in dirittura d'arrivo la nuova fatica dei Silverstein, "Arrivals And Departures", e il debutto dei The Red Jumpsuit Apparatus; sarei il primo a gioire se, obiettivamente, riuscissi a farne recensioni positive. Per adesso resta solo la speranza.